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3# Nota di Viaggio

(ciavuru d’amuri)

Trilogia del Viaggio

Eterno è il ricordo, eterno è il profumo della nostra infanzia.

Profumo d’amore

Un profumo dedicato all’amore per la mia terra, le mie radici, la Sicilia. Sono nato a Sud del mondo, in un luogo che pensavo sarebbe stato la mia eterna isola. Ciavuru d’amuri significa profumo d’amore ed è un viaggio olfattivo a ritroso, nella mia memoria. Racconta la mia infanzia, il tempo della giovinezza, una dedica a mia madre e a mia nonna, una dedica speciale a mio padre, Bartolomeo. Ricordo la pianta del Fico, era grande il suo corpo e creava ombra nel giardino fiorito di mia nonna Vincenza.

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L’infanzia

Lì ho trascorso il tempo spensierato dell’infanzia. La 3# nota di viaggio si apre nel verde lattiginoso del Fico, nell’amarezza dell’Artemisia e del Bergamotto. Tutto è soave con il tempo e bianco, come le vesti delle madri, come il sole della Sicilia. Il cuore di Ciavuru d’amuri è un bouquet fiorito, di Gelsomino ed Ylang-Ylang. Erano i fiori bianchi a creare i riflessi di luce che ancora oggi illuminano i miei occhi d’emozione.

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La Sicilia

Si avvicinava la sera, ritornavamo a casa, dopo lunghe camminate, le note austere dell’Incenso e le calde note legnose di Cedro e Sandalo si appoggiano alla dolcezza del Benzoino, tutto diventava familiare alla mia memoria, come una sacra processione estiva. Ricordo le voci, che piano raccontavano storie antiche, eravamo seduti attorno al tavolo, ancora lì, sotto la rugiada del grande Fico di mia nonna. In questo profumo ho raccontato uno dei capitoli più intimi della mia vita.

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3# Nota di Viaggio

(ciavuru d’amuri)

Trilogia del Viaggio
Profumi

Eterno è il ricordo, eterno è il profumo della nostra infanzia.

Ispirazione musicale: Franco Battiato, tutta la collezione

Composizione

  • Fico
  • Gelsomino
  • Ylang-Ylang
  • Incenso
  • Cedro
  • Sandalo
  • Artemisia
  • Benzoino
  • Bergamotto

Famiglia olfattiva: Fiorita


Sfaccettature: Fruttata, Verde, Legnosa

Flacone da

 155,00

 7,00

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Quando al mattino mi alzavo, l’odore del fico entrava nel piccolo bagno della casa; il viso ancora umido e il bollente latte di nonna Vincenza “…lo bevo sotto al fico e poi vado in spiaggia” urlavo alla nonna; mi sedevo sulla lunga panca e poggiavo il bicchiere ancora caldo sul tavolo delle feste, davo le spalle al grande fico, lui poggiava con cura sul mio collo, le prime luci calde dell’alba.

Le vesti delle madri profumano di gelsomino, le madri accarezzano i rosari. Ricordo quei tardi pomeriggi d’estate quando di fretta, dal mare tornavamo a casa, maschi e femmine, rubavamo i fichi che dai muri diroccati si affacciavano sulla strada. Correvamo alla festa, le grandi porte delle chiese aprivano i loro segreti, il loro profumo.

Ricordo quelle sere d’estate quando stanco dormivo tra le braccia di mia madre, le mie mani profumavano ancora di fico, ma il mio amore mi custodiva tra le bianche vesti, tra l’incenso che l’avvolgeva.

Quando al mattino mi alzavo, l’odore del fico entrava nel piccolo bagno della casa; il viso ancora umido e il bollente latte di nonna Vincenza “…lo bevo sotto al fico e poi vado in spiaggia” urlavo alla nonna; mi sedevo sulla lunga panca e poggiavo il bicchiere ancora caldo sul tavolo delle feste, davo le spalle al grande fico, lui poggiava con cura sul mio collo, le prime luci calde dell’alba.

Le vesti delle madri profumano di gelsomino, le madri accarezzano i rosari. Ricordo quei tardi pomeriggi d’estate quando di fretta, dal mare tornavamo a casa, maschi e femmine, rubavamo i fichi che dai muri diroccati si affacciavano sulla strada. Correvamo alla festa, le grandi porte delle chiese aprivano i loro segreti, il loro profumo.

Ricordo quelle sere d’estate quando stanco dormivo tra le braccia di mia madre, le mie mani profumavano ancora di fico, ma il mio amore mi custodiva tra le bianche vesti, tra l’incenso che l’avvolgeva.

Poetica del Profumo